James Meredith, nel 1962, fu il primo negro a iscriversi all’università del Mississipi. Nulla di strano in questo. Lo strano è che dovete lottare, con fierezza e costanza, per conquistarsi questo diritto che i razzisti d’ogni
specie considerano un inammissibile privilegio. Sedersi sullo stesso banco sul quale si siede il Bianco è profanare il tempio innalzato alla razza superiore con i fondi di una sottoscrizione che si apre con la firma di Caino.
Il 7 giugno 1966 Meredith è ferito da un bianco mentre manifesta contro la segregazione razziale. « Omaggio a Meredith » è un umile segno di solidarietà coi nostri fratelli negri che affermano, pagando di persona, l’unica superiorità che abbia un senso: quella dell’Amore sull’odio.
C’è una fila che si snoda
sulla lucida autostrada:
sono negri e bianchi insieme
che si chiamano fratelli.
Chi li guida è Meredith
e con lui tutti i morti
sotto i colpi della sferza
lungo il fume Mississipi.
Tutti cantano Alleluia
come il popolo che segue
l’accusato e muto Agnello
del gran Libro sigillato.
Gloria gloria riecheggiano
cielo e terra, fume e monti,
piantagioni di cotone
sparse nel profondo sud.
La speranza li precede
con le braccia fate a croce,
la speranza dello schiavo
uomo libero e fratello.
La speranza ha il volto negro,
la speranza ha il volto bianco,
la speranza riconosce
in ognuno un volto d’uomo.
Meredith è il suo giullare
e con lui Lutero King
e Giovanni il Papa buono
e l’ucciso Presidente;
chi potrà ormai fermare
i credenti nell’amore,
vivi e morti, negri e bianchi,
sulla lucida autostrada?
L’odio tesse la sua tela
fra le foglie della siepe
tanto fitta quanto basti
a nascondere un fucile;
Meredith a terra è steso,
il suo sangue è rosso vivo;
il colore della pelle
non colora il sangue umano.
Un fucile può colpire
carne negra e carne bianca,
in America o in Rhodesia,
ma il cammino non ha sosta.
Gloria a Dio, fratello negro,
gloria all’uomo, o Meredith;
e la lunga fila canta:
alleluja, gloria gloria!