Vescovato, 12 maggio 2001, ore 7-8
Anche i miei passi stamane fra i campi
son resistenza: contro chi non so.
Serrato è il tempio dell’italo Marte,
con infiniti portelli sui fianchi
sfiatatosi di pace e di giustizia,
e ruggine consuma la Memoria
del sangue sparso e di terre rinate.
La strada che percorro verso i morti
di Lena, Francesca dei vent’anni,
è sogno? Sogno la tua giovinezza
e la mia, e gli antichi giorni e gli ultimi?
Sogno è il resistere al sogno e gridare
la verità di questa carne stanca
ma mai piegata alle voglie bavose
del potere?
Parola, e tu sei segno
nella tua carne pure in questo uguale
alla mia, per lunga Resistenza,
tu nell’essere un Dio crocifisso
compagno d’impiccati, ed io uomo
sull’orlo del dissolvermi nel nulla
come un sogno al risveglio della luce?
FORSE E’ IL VIVERE VERA RESISTENZA.