Cari amici A e B,
per dirvi la mia partecipazione all’Avvenimento che liberamente e gioiosamente oggi costruite per farlo entrare nel profondo della vostra storia aggiungo qualche parola augurale che sia anch’essa, però, un avvenimento da condividere. Penso a quando e come le nostre storie si incontrarono; ed è subito un affacciarsi volti di ragazzi e dolcissime memorie. Seguendo il corso del tempo i volti si induriscono ma non perdono la grazia del sorriso. Così gioie e dolori si mescolano, a volte con leggerezza, a volte con dolorose ferite nella fatica quotidiana del vivere. Ma non si spense mai l’incanto degli inizi: la mia vecchia casa natale che guarda di fronte la tua, giovane e civettuola, ne era garanzia e custodia.
Fu dunque un incontro di storie, ciascuna con la sua bellezza e dignità. Che cosa ne posso pensare, tenuto conto della mia storia particolare?
Il mio è un pensiero che si radica nel buio d’una fede. Non ve lo manifesterei se non avessi la certezza che, comunque, è sempre illuminante la grandezza dell’uomo. Ecco, penso che queste nostre storie che a un certo momento si sono incontrate, erano già state viste da Dio “prima che il mondo fosse”, e quindi conosciute, e quindi amate, e quindi immerse nella gratuita salvezza. Come vedete uso il passato e il trapassato remoto, ma il
significato è il presente perché Dio è al disopra delle categorie del tempo e dello spazio. Voglio aggiungere per questo momento particolare della vostra storia, che per significare l’amore di Dio per l’umanità, la Parola scelse l’amore nuziale tra uomo e donna come l’espressione meno imperfetta e la più comprensibile per l’uomo. Anche qui, indipendentemente dalla fede, è sempre un’esaltazione dell’uomo e della donna che mi richiama l’intensa poesia delle prime pagine della Bibbia dove quasi si percepisce “il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno”: ed è a questo punto, su una visione di poesia e di bellezza, che comincia la storia di Dio che si incontra con la storia dell’uomo, con la storia di ciascun uomo, come storia di salvezza per un amore tanto assoluto da essere qualificato nuziale.
Credo, miei cari , di avervi testimoniato con questo pensiero la mia partecipazione più intensa di uomo e di prete,
nell’amicizia, a questo momento culminante della vostra storia.
In tale amicizia vi abbraccio.
Don Luisito Bianchi
Viboldone, 6 giugno 2010, festa del Corpus Domini