“Rimasero solo Gesù e la donna
che era là in mezzo”.
(Gv 8,1-11)
Tu vegli la notte
sul monte degli ulivi
nel silenzio di Dio.
Pareggio la mia anima
con la terra e coi sassi
nella notte accanto a Te
pronto a seguirti
non appena il chiarore dell’alba
ti spingerà
a discendere fra gli uomini.
Ma ora se tu rimani io rimango
poiché l’olio è finito alla mia lampada
e il sentiero mi è sconosciuto.
Non ho paura con te di nulla
nemmeno di questa lampada vuota
che aggiunge notte a notte
nella sua creta slabbrata.
Sento a valle il richiamo
d’altre lampade accese
che mani e mani altalenano
nello specchio d’una finestra;
ma non posso staccarmi da te
ché respiro dalla tua bocca
e la mia fronte è segnata
dal tuo continuo possesso.
Ora le piante prendono contorno
e m’appaiono i bianchi sassi del sentiero
che conduce agli uomini.
Tu scendi
e ritmi i tuo passo sul mio
perché ripido è il pendio
e i miei occhi a pena distinguono
il sicuro terreno dalla scarpata.
Sono con te sulla piazza
fra voci e volti sconosciuti
che trattano affari rituali
al limite sacro del tempio.
T’hanno visto,
e in nome di Mosé ti chiedono
di lanciare la prima pietra
contro l’impaurito corpo
d’una donna.
Mi chino con te a tracciare
di righi e cerchi la polvere
non ancora calpestata
dai piedi degli uomini.
Guardo con occhio cupido
le pietre
ornate coi filatteri della legge
pronto a raccoglierle al primo tuo cenno
per farne una piramide
su altra carne sazia
di giudizi e di condanne.
Ma invano io cerco il tuo volto
che fissa la polvere intatta.
Perche ostinatamente scrivi
senza senso
su granelli che il primo vento disperde
quando un corpo trema di paura
ed altri corpi
che emanano acre profumo d’incenso
e sudore oleoso
d’ogni parte premono?
Prendi la mia anima
E scalpellaci sopra la tua Parola
che la possa portare
come sigillo d’un patto di follia.
Non valgo più della polvere
se tu lasci la mia anima
spaccata d’arsura
che torrenti e fiumi
non sanno saziare.
Io guardo quella donna
e nel suo volto
comincio a ravvisare il mio tremore
e nelle sue mani scorgo
la mia lampada vuota.
Non vedo più la folla
dei petulanti alchimisti della legge:
vedo solo la donna
che mi guarda coi miei occhi
e te, dritto, davanti
alla mia carne senza riparo.
Non ci sono più pietre.
21-5-1967